https://www.albertogarutti.it/en/opera/ai-nati-oggi-bergamo/

1998 - Bergamo
2000 - Gent
2001 - Istanbul
2003 - Gallipoli
2003 - Casarano
2011 - Mosca
2011 - Gent
2018 - Plovdiv
2019 - Roma





1998-2019

Ai Nati Oggi

Nell’opera Ai nati oggi, la luce dei lampioni di un determinato luogo della città (una strada, una piazza, un ponte) si intensifica ogni volta che nasce un bambino. Nel reparto di maternità dell’ospedale cittadino è infatti installato un pulsante che il personale è invitato a premere in occasione di ogni nuova nascita; il pulsante ordina al sistema di lampioni prescelto di aumentare gradualmente l’intensità luminosa, per tornare dopo circa trenta secondi alla media costante di illuminazione.
In prossimità dei lampioni, nella pavimentazione è posta una lastra di pietra in cui è inciso il testo: “I lampioni di questo luogo sono collegati con il reparto di maternità dell’ospedale … Ogni volta che la luce lentamente pulserà, vorrà dire che è nato un bambino. L’opera è dedicata a lui e ai nati oggi in questa città.”
Quale tema comune a tutti i popoli, la nascita risponde all’interrogativo dell’artista di quali valori l’opera d’arte nello spazio pubblico è chiamata a celebrare. Ai nati oggi instaura infatti un dialogo diretto con la città e i suoi abitanti, nel tentativo di riavvicinare l’arte alla realtà della vita: l’opera si radica nel territorio dell’intervento e chiama a sé le persone che lo abitano attraverso la volontà di suscitare in loro un’emozione “sincera”, che seppur indirettamente le coinvolge in quanto comunità.
Lo stesso utilizzo della luce è sintomatico dell’interesse dell’artista di confrontarsi con uno scenario densamente stratificato come la città contemporanea ricorrendo a un mezzo di comunicazione immediato, spesso già dato nel contesto dell’intervento e quindi non invasivo. Chi non riconoscerà l’opera come arte potrà ugualmente coglierne il messaggio.
“Ai nati oggi è un’opera che si relaziona con la città a differenti scale, che è visibile e non visibile: produce una sorta di urbanistica narrativa. […] Quando penso a questo lavoro, immagino sempre una mappa della città fisica che pulsa e una mappa della città mentale che ogni passante produce. L’immagine che racconto è in fondo una natività, un tema classico della pittura…” [Hans Ulrich Obrist, “Alberto Garutti”, in Domus #901, marzo 2007, pp. 116-123]
L’opera è stata realizzata in numerose città (Bergamo, Gent, Istanbul, Mosca ecc.) e il carattere universale del suo messaggio la rende sempre più “significativa e rivelatrice” al crescere del numero dei contesti nei quali è proposto. Tuttavia è necessario non trascurare il valore locale che eessa veicola e che comporta di volta in volta nuove modalità di formalizzazione e comunicazione dell’intervento.